LO STEREOTIPO CHE UCCIDE LE DONNE
"Buon giorno a tutti, in questa puntata di Frequenza incazzata nera non proporrò delle canzoni. Mi spiace perché l’altra volta è venuto fuori un casino con le canzoni e, praticamente, neanche l’altra volta ho messo canzoni, tanto che volevo riproporne almeno una. Ma siccome ho un discorso abbastanza lungo da fare e l’obbligo già di mettere la pubblicità devo accorciare i tempi per una questione di filo logico e di non voler fare durare la puntata un’ora.
Oggi vorrei parlare di un argomento molto discusso sul web ultimamente: la discriminazione femminile.
Secondo me la principale causa della discriminazione della donna è lo stereotipo inculcatoci dalla società maschilista in cui viviamo. Come me devono pensarla molte donne dato che quotidianamente lottano, nell’ombra e nella disinformazione più totale, contro gli stereotipi che provocano discriminazione di genere.
Le fondamenta patriarcali della nostra società dove hanno origine? E perché tuttora persiste questa censura omertosa nei confronti del mondo femminile?
Da quando si è formata la società patriarcale si è sempre parlato in termini maschili per definire l’universale, e la donna è sempre stata definita l’altro.
La donna ha alle spalle e, purtroppo, vive ancora sulla sua pelle una storia fatta di mutilazioni, di omicidi e, ripeto, di censure.
Per la mia ignoranza ho sempre pensato che fosse sempre stato organizzato così il mondo: l’uomo in primo piano a dettare le regole e la donna in secondo piano a subirle senza poter dire più di tanto perché non ci può arrivare dato che ha interessi più… “femminili” diciamo.
La scuola dal canto suo fa di tutto per lasciar credere che sia sempre stato come da tanti anni a questa parte, facendo intendere che tutte le scoperte più importanti e i gesti storici più rilevanti siano stati compiuti da uomini.
Addirittura io alle medie ebbi un’esperienza personale con una professoressa che stava chiaramente dalla parte delle ragazze e non perdeva occasione di imporre ai maschi della classe mortificazioni varie. Noi la vedevamo una femminista ma oggi so che quel comportamento non si chiama femminismo ma idiozia. Il femminismo è un’altra cosa ed è stato fatto spesso intendere come uno di quegli stereotipi assolutamente errati.
Per avvalorare il ragionamento della disinformazione che fa la scuola riguardo al femminismo faccio degli esempi: prendete un libro, anche delle scuole superiori, e leggete il capitolo sulla preistoria: si vede l’evoluzione dell’essere umano, chiamato sempre “uomo” guarda caso, raffigurata da una figura maschile che prima gira a quattro zampe, poi si alza in piedi e infine ha in mano una clava e cammina in posizione eretta.
I libri spiegano: l’uomo caccia, l’uomo raccoglie, l’uomo forma tribù, l’uomo usa questi utensili, l’uomo scopre il fuoco, l’uomo fa la guerra, l’uomo usa armi, l’uomo crea imperi... insomma, l’uomo fa tutto!
La donna nel frattempo cosa fa? Boh, a quanto pare niente. Nella testa di una bambina e di un bambino si crea subito l’immagine che l’uomo ha fatto la storia e la donna no perché non faceva nulla. Il bambino e la bambina sono così indotti a pensare che la donna non abbia mai fatto niente perché non ne era capace o perché sono cose da uomini gli utensili, le guerre, la caccia, il formare tribù, eccetera.
Se prendiamo però in considerazione altri libri, che non verranno mai usati nelle scuole odierne (tranne forse in qualche percorso di studi specifico e mirato), la storia cambia. Prendo spunto da due di questi libri: La Donna Nella Preistoria di Margaret Ehrenberg e Il Matriarcato di Johan Jacob Bachofen.
Secondo quanto scritto in questi libri la donna dal paleolitico al neolitico era molto importante e si occupava delle attività fondamentali per la sopravvivenza e la longevità della tribù: maternità, crescita dei figli, responsabilità nelle relazioni sociali, la raccolta del cibo (dato che allora derivava prevalentemente dall’agricoltura), la raccolta dell’acqua, la raccolta dei semi e delle bacche.
Anche quando l’essere umano cominciò a cacciare, per secoli l’attività agricola rimase quella principale per la sopravvivenza delle comunità.
Per non parlare poi delle religioni, o per meglio dire, le credenze. Le divinità erano femminili, appunto per il fatto che il ruolo di generare e formare relazioni sociali all’interno della comunità (oltre al fatto che raccoglievano il cibo per sopravvivere) era oggetto di venerazione, era considerato il ruolo più importante. Per lo stesso motivo si parla anche di matriarcato in molte società antiche.
Ecco, a questo punto vorrei sottolineare il fatto che nelle informazioni dei due libri che citavo prima ogni cosa è frutto di studi e supposizioni in seguito ad approfondite ricerche archeologiche e storiche.
In alcuni di voi ascoltatori quello che sto dicendo potrebbe suscitare diffidenza, ma ricordiamoci che anche quello che viene scritto sui libri di storia che abbiamo studiato a scuola potrebbe generare diffidenza, ad esempio oggi sappiamo, per dirne una, che l’unità d’Italia non è esattamente avvenuta come ce la hanno raccontata a scuola.
Ma andiamo avanti.
Prendo il libro di storia che mia moglie studiava alle superiori e leggo che tra l’imperatore Claudio e il successore Nerone risaltano alcuni personaggi femminili: Messalina che fu la terza moglie di Claudio e congiurò contro di lui, in seguito fu giustiziata; la moglie successiva Agrippina uccise il marito avvelenandolo e a sua volta fu uccisa da Nerone; Nerone in seguito ripudiò mandando in esilio la moglie Ottavia e uccise a percosse l’altra moglie Poppea.
Come avrete notato le donne menzionate sono delle serpi in seno che creano scenari tipo
Beautiful, che uccidono a sangue freddo il marito, insomma delle specie di streghe cattive. Ma in quell’epoca, durante l’invasione delle zone britanniche da parte dei Romani, proprio i potentissimi Romani persero una battaglia contro l’esercito degli Iceni e Trinovanti guidati da una donna: Boudica, chiamata anche Boudiga, Boudicca o Boadicea, che raccolse circa 120.000 uomini e li condusse a combattere contro Paolino Svetonio arrivando fino alla città di Londra.
Perché un personaggio del genere non viene nominato? Mi sembra una figura storicamente importante e degna di nota.
Ci fanno studiare i grandi filosofi, scrittori greci e romani... ma non Saffo o Ipazia di Alessandria, per fare un esempio.
Saffo qualcuno la conoscerà solo come una lesbica brutta e sola. Non è così, se avrete interesse a informarvi meglio scoprirete che non si dovrebbe dare per certo che era così, nessuna delle tre caratteristiche attribuite a Saffo comunque era quella che la contraddistingueva ai suoi tempi. Per non parlare del fatto che non scriveva di guerra e per questo gli argomenti che trattava erano considerati di serie B (stessa sorte per tantissime altre poetesse e scrittrici di una volta naturalmente).
E Ipazia? Filosofa, considerata dai contemporanei, e non solo, la terza discendente della scuola platonica dopo Platone e Plotino, scienziata, astronoma, superava di gran lunga tutti i suoi contemporanei e per i suoi insegnamenti fu amata e venerata dai suoi concittadini ma uccisa dal potere.
Per ribadire il concetto di prima riguardo la storia studiata a scuola, anche lo stesso Nerone venne rappresentato ai miei tempi come un pazzo malato di mente (lo potete vedere anche in diversi film di venti trent’anni fa) e oggi invece è stato ampiamente rivalutato da molti storici.
Cambiando periodo, durante la caccia alle streghe sono state bruciate e torturate soprattutto donne con comportamenti “strani”, ma alla fine avete mai approfondito?
Fateci caso, quando si parla di queste cose ci si limita a dire che ci si comportava così perché erano altri tempi e c’era ignoranza e inciviltà, come se fossero tutti un branco di caproni incivili che vedevano moltissime donne (e pochissimi uomini) come streghe in base a caratteristiche spesso assurde.
E’ superficiale e inumano etichettare come “altri tempi” quegli episodi anche perché molti trattamenti disumani le donne li vivono ancora e tanta imbecillità c’è ancora anche nel nostro grande e moderno Paese civile. Non erano barbari una volta, una volta semplicemente era permesso massacrare e torturare ed evidentemente qualcuno aveva interesse a levarsi dai coglioni le donne.
Come a suo tempo me lo chiesi per gli ebrei massacrati dai nazisti anche davanti a questi fatti di sangue mi sono chiesto: perché le donne? Perché sempre un sesso o una razza in particolare? Nessun disegno politico dettato dal potere dietro? Questa continua discriminazione può avere risvolti politici ed economici?
Da un articolo di disinformazione.it intitolato Malleus Maleficarum (Il maglio delle streghe) tratto dal libro “La mafia della sanità”, si racconta che dal 1257 al 1816 furono sterminate milioni di streghe. L’80% erano donne e bambine che oltre alle torture venivano sistematicamente violentate, tramite l’esecuzione e il finanziamento di Chiesa e Stato.
Il terrore che divulgavano questi organi di potere serviva soprattutto per dominare le popolazioni, e le donne erano il bersaglio preferito perché si voleva eliminare il principio femminile: le donne infatti avevano un ruolo naturale di guide della comunità, trasmettevano valori di conservazione, aiuto reciproco, arbitravano le contese con saggezza e si occupavano di salute.
La medicina se nessuno se lo ricorda ha origini femminili: esistevano le guaritrici che possedevano un enorme sapere soprattutto in riferimento al corpo femminile come l’aborto, il parto e i mezzi contraccettivi, avevano conoscenze approfondite sulle ossa, sui muscoli e soprattutto sulle erbe curative. Con la caccia alle streghe tutto questo fu cancellato, le guaritrici e le ostetriche furono catalogate streghe e messe fuori legge.
Prova ne è che la medicina ufficiale “stranamente” nacque in quel periodo, si poteva diventare medici solo se si frequentava l’università e fu vietata ovviamente la frequentazione di tale facoltà alle donne. La medicina da quel periodo divenne monopolio maschile e molto del sapere di queste donne andò perduto o comunque oggi non sappiamo molte scoperte mediche che dobbiamo a personaggi femminili.
Per proseguire col ragionamento: nel libro di pedagogia che mia moglie utilizzava alle magistrali noto che l’educazione femminile nel 1600 e nel 1700 è menzionata in un capitoletto a parte in fondo al libro definito come approfondimento e mia moglie mi ha detto che la sua professoressa lo lasciò fuori dal programma.
Beh, per la letteratura è la stessa prassi se ci fate caso.
Clamoroso è l’esempio sull’Unità d’Italia, che citavo prima. Siamo ai 150 anni e sento continuamente i nomi di Mazzini e Garibaldi in primis, poi anche Cattaneo, Pisacane, Crispi, eccetera. E le donne? Mhà! Pare che non ce ne fossero, sappiamo bene che l’Ottocento è stato uno dei periodi più neri per la popolazione femminile. L’altro giorno mia moglie ha portato a casa tre libri belli alti sul Risorgimento, due intitolati Le Donne nel Risorgimento e un altro Figlie d’Italia, poetesse patriote del Risorgimento. Poi è abbonata ad una rivista sulla cui copertina c’è scritto Donne che hanno fatto l’Italia: le educatrici.
Se spiego tutto quello che c’è scritto su quei libri non finisco più, però ho letto due ricerche che ha fatto mia moglie che riassumevano un po’ il tutto.
Una è su Cristina Trivulzio di Belgiojoso e l’altra su Jessie White Mario.
Chi sono?
Io prima non lo sapevo, poi leggendo mi sono chiesto: perchè non le ho mai sentite menzionare e perché non vengono messe a disposizione dell’opinione pubblica?
Una donna, la Belgiojoso, Principessa, giornalista, scrittrice, saggista, editrice, grande viaggiatrice, politica, battagliera, è stata la prima donna europea direttrice di un giornale che fu il primo giornale politico italiano, ha radunato a Napoli 160/200 uomini per portarli a combattere sotto la sua guida alle Cinque Giornate di Milano, e nell’insurrezione a Roma intorno al 1849 a richiesta di Mazzini assunse la direzione di ben 12 ospedali riorganizzandoli in soli 2 giorni.
Insomma ha dedicato tutta la sua vita per la causa italiana! MAI SENTITA!
L’altra è Jessie White, giornalista inglese che dall’Inghilterra venne in Italia per battersi anch’essa per l’unificazione del nostro Stato, rese nota la causa italiana in Inghilterra grazie ai suoi scritti e alle sue conoscenze, partecipò ai moti garibaldini e mazziniani, divenne un’abile infermiera e si occupò non solo dei feriti in guerra, ma anche delle condizioni della popolazione povera che soffriva di epidemie dovute alla scarsa igiene e dei bambini nei brefotrofi (che erano tipo gli orfanotrofi ma vi venivano mandati anche bambini che rischiavano l’abbandono). La White con i suoi articoli anche dopo l’unificazione Italiana continuava a battersi per la mancata istruzione e attenzione per le classi povere.
Boh, che dite, non sono degne di essere raccontate e spiegate ai nostri figli?
Sulla Montessori sapete qualcosa oltre ciò che raccontò la fiction televisiva con protagonista la Cortellesi? Che metodo educativo inventò? Che fine fece e perché? Sapete che è stata la migliore pedagogista di tutti i tempi? Sapete che parlava di pace nel mondo o che è stata nominata 3 volte per il Nobel per la pace e per quali motivi?
Ora vi racconto un esempio evidente di censura della donna da mettersi le mani nei capelli: una bravissima ragazza che studiava psicologia e si stava laureando lesse gli articoli che mia moglie scriveva sul suo blog femminista in riferimento alle teorie di Freud e alle teorie che le psicologhe usavano per contraddire il sistema patriarcale su cui si basava lo studio della psicanalisi stessa. Questa ragazza decise di scrivere una mail in privato chiedendo a mia moglie quali libri le avrebbe consigliato di leggere per fare una tesi sulla psicanalisi e le donne.
Cioè, una laureanda in psicologia chiede a mia moglie diplomata in tutt’altro cosa leggere.
Se non è un esempio di disinformazione e censura questo non saprei proprio come definirlo.
L’uomo, soprattutto nella prima psicanalisi, è stato considerato il principio universale da cui la donna si doveva confrontare perché era l’altro: la minorata, l’incapace.
I canoni del buono e del giusto sono sempre stati attribuiti al maschile come dimostrato dalle antiche credenze e/o religioni.
Anche la nostra lingua italiana potrebbe essere considerata una grossa e manifesta conseguenza di una storia di dominio maschile.
Anche qui faccio alcuni esempi:
Quando diciamo: “Sei proprio una femminuccia” per dire che uno è una mezza sega, oppure dire: “hai le palle sotto” per dire che hai coraggio e di conseguenza dire: “Non hai le palle” vuol dire che non hai coraggio. Le palle o i coglioni sono attributi maschili. “Che cazzo vuoi”? “Mi hai rotto il cazzo”. “Che due palle che fai venire”. Sempre riferito ad un elemento maschile.
L’essere umano è chiamato anche “uomo”, il simbolo dell’universale.
C’è l’avvocato e... l’avvocatessa. Molte volte si chiama avvocato anche la donna. C’è il Presidente e la Presidentessa, il dottore e la dottoressa, bisogna aggiungere in tantissimi nomi altre lettere perchè il maschile diventi femminile. E’ aggiuntivo insomma il femminile. L’agricoltore donna come si chiama? Agricoltrice?
Per l’uomo in un’intestazione si dice “egregio signore”, per la donna “gentile signora”.
In un modulo nello spazio in cui compilare il proprio nome e cognome c’è sempre IL barra LA, SIGNOR barra SIGNORA. Non abbiamo il neutro ma solo maschile e femminile e noi partiamo sempre ovviamente dal maschile che è considerato più generalizzante.
Alcuni modi di dire e di luoghi comuni ancora in auge sono ad esempio: “chi dice donna dice danno”, “donna al volante pericolo costante”, “donne e buoi dei paesi tuoi”, il tristissimo: “auguri e figli maschi” o il comandamento: “non desiderare la donna d’altri”.
Ecco, le donne dovrebbero conoscere il loro passato e anche gli uomini dovrebbero sapere di più sulle donne a mio avviso. Le donne perché dovrebbero avere più coscienza di sé, più consapevolezza del mondo femminile di cui fanno parte e l’uomo per il mondo che condivide con loro. Per saper riconoscere l’attuale discriminazione che inevitabilmente coinvolge sia l’uno che l’altra anche se poi si ripercuote più violentemente sulla donna. Capire che la condizione in cui vivono le donne non è una situazione a sé stante facente parte del mondo moderno non più barbaro e incivile, ma che ne è invece conseguenza, capire che riconoscere la vera causa della condizione discriminante rende perfettamente consapevoli di ciò che sta accadendo adesso.
Molte donne prima di oggi sono passate sotto violenze inaudite, rinchiuse, punite, schiave di una vita che non le apparteneva. Non si dovrebbero dimenticare, ma anzi, riconoscerle come vittime sacrificali che fanno parte di un lungo cammino della storia della donna che parte da tempi antichi e arriva fino ad oggi, di una storia femminile che riguarda le donne di tutto il mondo e di tutti i tempi… un filo conduttore le cui parole chiave sono: donne, discriminazione, sofferenza, lotta e… aggiungerei: stereotipo sessista.
A riguardo Cristina Trivulzio di Belgiojoso si spiegò sicuramente meglio di me con una semplice frase: “Vogliano le donne felici e onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata felicità”.
Potrei anche concludere con le parole usate nel mio ultimo post dal titolo Angeli e diavoli che potete leggere se vi interessa sul mio blog all’indirizzo iosonoincazzatonero.blogspot.com, dove scrissi: “Se al mondo per incanto ci fossero molti più neri che bianchi e molte più donne che uomini io sono convinto che molti neri africani e molte donne di tutto il mondo da angeli del sacrificio, a causa di società razziste e discriminatorie, diventerebbero dei diavoli che si prenderebbero la loro rivincita sullo schiavismo creato dai bianchi e sul patriarcato che han causato anni ed anni di abusi e ingiustizie.
Sarebbe giusto o sbagliato?
Io mi sentirei solo di dire che dovremmo smetterla con questo occhio per occhio e dente per dente, dovremmo stare uniti e scontrarci con il sistema creato per dividerci dalle donne e dai neri. Però se succedesse questa fantomatica rivolta razziale e sessita non mi sentirei di giudicarla nè giusta nè sbagliata.”
In sostanza insomma credo solo che anche questa situazione femminile faccia parte del solito divide et impera che ci rende non compatti e forti ma più deboli e divisi fra noi.
Ci terrei a ringraziare tantissimo mia moglie Elena perché gran parte dello schema testuale di questa puntata di Frequenza Incazzata Nera qui su Moon Trein Radio è stato scritto da lei con un lavoro sodo di una settimana e mezza nei suoi ritagli di tempo.
Lo scritto della puntata un po’ rielaborato da lei verrà poi pubblicato sul suo nuovo blog (che verrà aperto domani) dal titolo Giornale Femminile Italiano all’indirizzo: www.giornalefemminileitaliano.blogspot.com, per chi fosse interessato.
Noi ci risentiamo la seconda domenica di dicembre, vale a dire l’11 dicembre. Grazie a tutti dell’ascolto.
Buon pomeriggio e buona domenica."
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