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lunedì 2 gennaio 2012

Qui si fa la storia

“Welcome to the Jungle” cantavano i Pooh nel lontano 1400 quando l’America non era ancora stata scoperta e MoonTrein era a sotto l’egida di Borgosatollo.
 A quell’epoca MoonTrein si chiamava Montirone e Rastaman compiva le sue prime esperienze sessuali….da solo. La nascita del nome Montirone si deve a un episodio passato agli annali e noto come "Le ultime parole del Menek". La leggende narra di un vecchio frate domenicano (da qui l’abbreviativo “Menek”) dedito, come tutti i prelati, all’uso di droghe pesanti e allo stupro di bambini. Menek era famoso per le suo battaglie antiproibizioniste, condotte, diciamo così, in modo eroico.


Egli infatti era un fautore del libero arbitrio e puntava al martirio per overdose rivendicando il diritto all’autodistruzione. Fra’ Menek passava interi notti a drogarsi spudoratamente e quando qualcuno lo reguardiva rispondeva: “Ghè nè amò?”.
Ci vollero 125 anni di puro rock’n’roll per giungere al martirio e fu proprio sul punto di morte che egli pronunciò le ormai celebri parole "amo’n tirù" (ancora un tiro), riferendosi probabilmente a una boccetta di coca.


In suo onore "amo’n tirù" divenne Montirone e per secoli rimase il nome nel paese.


La vicende che portarono al nascita del nome MoonTrein sono invece note.


All’alba del XXI secolo, Randaz, un facinoroso reazionario, diede vita a una guerriglia a suon di musica e parole che portò alla rottura del continuum spazio-temporale e all’implosione delle Città del Vaticano. Per festeggiare l’evento il Che nostrano cambiò il nome di Montirone nell’anagramma MoonTrein, volendo simboleggiare un treno in viaggio per la luna. Peccato però che treno in inglese si scriva train e non trein e Randaz passò così l’intera esistenza ad essere sonoramente deriso. Sia come sia, dobbiamo molto, se non tutto, a questi fottuti eroi.
Grazie Randaz. E che tu sia benedetto, Fra’ Menek.


Marvin

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