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lunedì 26 marzo 2012

Lettera al Giornale di Brescia di G. Lombardi e E. Quaranta.

MONTIRONE: UN REFERENDUM SULLA LA NUOVA CAVA DI GHIAIA

Da una decina di anni, incombe su Montirone come una spada di Damocle, l'apertura di una nuova cava estrattiva di ghiaia, per di più in falda: l'ATE G36 del Piano cave v regionale richiesto dalla ditta Faustini.
Si tratta dell'escavazone di 56 ettari complessivi, più altri 22 ettari, come area di pertinenza (per un totale di 236 piò interessati), situati in località "Betulla", alle porte del paese, sul lato destro provenendo da Ghedi, si estenderà fino a lambire il centro abitato.
Per anni le istituzioni locali, i cittadini si sono battuti, fino ad arrivare alla Corte Europea, ma a fermare l'inizio delle escavazioni, sembra ora soltanto la crisi economica che attanaglia il Paese.
Negli ultimi tempi il solo "Comitato Ambiente Montirone" che presto si chiamerà "Lega Ambiente Montirone", porta avanti la battaglia, visto che le istituzioni locali - partiti e associazioni, l'Amministrazione Comunale -, sembrano aver lasciato campo libero, ora l'occhio è più sui possibili introiti economici, che allo scempio annunciato.
Tant'è che nei mesi scorsi una delibera dell'Amministrazione consentiva l'escavazione anche dell'area di pertinenza che, nel progetto originale, doveva essere area di rispetto. Proposta non accettata neppure dallo stesso cavatore che, avrà pensato: è troppo anche per me. meglio non avere problemi, in futuro, qualcuno potrebbe impugnare questa motivazione e crearmi problemi.
Impotenza, smarrimento, rassegnazione sono sentimenti che inevitabilmente portano all'indifferenza. Sembra che tutto sia già fatto, che la popolazione, l'Amministrazione Comunale non abbiano alcuno strumento giuridico, legislativo per opporsi.
Ed eccolo il risultato: non posso farci niente, sarà quel che sarà.
"In cambio , vi possiamo aiutare magari a costruire un nuovo centro sportivo, il nuovo polo scolastico, cemento e sabbia ve li regaliamo... era già roba vostra, così state buoni e zitti".
Come facciamo ad essere così indifferenti verso il nostro futuro?
Perchè purtroppo è questo  il risultato, ci hanno spento, hanno spento il sentimento che da sempre ci distingue dagli altri esseri viventi: progettare e vedere il nostro futuro, siamo diventati come quelle macchine che costruiamo così bene, ma senza corrente non servono a nulla, e la corrente che muovo l'uomo è la speranza in un mondo migliore, tutto questo non succede per caso è frutto di tattiche collaudate costruite a tavolino.
Perchè non ci informiamo dalle nostre istituzioni su cosa sta succedendo?
A che punto sono i progetti?
Perchè ancora a Montirone? Come mai così tanti metri cubi?
E le istituzioni: Comune, Provincia, Regione non ci chiedono cosa ne pensiamo e cosa vorremo fare del nostro territorio?
E' provato, che una popolazione informata è sempre una popolazione attiva e dinamica che sa immaginare e progettare il proprio futuro, proprio ciò che coloro che muovono i fili, non vogliono.
Promuovere un Referendum consultivo allora è sembrata l'iniziativa più mirata a coinvolgere tutta la popolazione, che sarà chiamata ad esprimere la propria opinione sulla nuova cava.
La modalità di partecipazione scelta dal Comitato Ambiente è di estrema semplicità, infatti non saranno i cittadini a recarsi alle urne ma saranno i volontari del comitato stesso a recarsi casa per casa a portare la scheda referendaria, la quale sarà depositata direttamente dall'elettore nell'urna mobile sigillata, che sarà aperta a Referendum concluso per lo spoglio in pubblico.
Un'iniziativa che dovrebbe unire all'unisono tutti: Cittadini, Amministrazione Comunale, forze politiche e sociali presenti sul territorio, la Parrocchia.
"Quando sarà a pieno regima l'ATE G36, l'escavazione complessiva ne territorio di Montirone supererà i 1500 piò di terra". Uno scempio, nessuno può chiamarsi fuori" dicono giustamente i promotori.
Quale territorio lasceremo alle future generazioni? Da ciò che si delinea, probabilmente "il nuovo grande polo estrattivo della  provincia" ribadiscono.
Di certo alle porte c'è un disastro ecologico e ambientale, data la vasta escavazione in acqua, e visto che l'acquedotto comunale pesca a 20 metri...
Il Referendum può rappresentare un punto di partenza per far coesistere tutte le anime presenti in questa realtà: informando, creando discussione, abbandonando personalismi, per gettare le basi, mettendo la salvaguardia dell'ambiente al centro di un progetto: dare un futuro sostenibile alle future generazioni.

Gianluigi Lombardi
Ermanno Quaranta


VUOI DAVVERO CHE ACCADA?

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