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domenica 11 marzo 2012

La scuola - di Marvin


La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla scuola è l’umiliazione che provavo quando la maestra mi sgridava. Già, all’epoca ero molto timido.
I miei compagni di classe erano dei fottuti bastardi e li ricordo ancora mentre si divertivano a tirarmi giù i pantaloni. Figli di puttuna!
Mi fecero passare 4 anni di inferno. Arrivato in 5° mostrai i primi segni d’insofferenza: quando uno dei miei compagni si avvicinò per sfracassarmi il cazzo mi girai di scatto, gli strinsi il collo e lo mandai a fanculo. Da li in poi non mi toccò più nessuno. Ecco perché il bullismo dovrebbe essere insegnato a scuola. Perché ti forma il carattere…

E Infatti, alle medie, il bullo divenni io. Il mio scopo era quello di formare il carattere degl’insegnanti. Ho sempre pensato che se non hai le palle per tenere una classe di teenager te ne devi stare a casa. La scuola è una guerra, baby. Da una parte l’autorità e dall’altra anarchia. Una lotta fratricida fra chi vuole semplicemente vivere e chi cerca in tutti i modi di impedirtelo. La battaglia era impari, però.
I professori avevano molti mezzi a disposizione mentre io, da “buon”studente, potevo solo contare sul gruppo. Ma nel gruppo, si sa, ci sono le spie, i traditori e i leccaculo! Per questo ero destinato a perdere. E infatti perdevo, ogni giorno, mentre la mia testa si riempieva di inutili nozioni e il mio grado di felicità diminuiva, sempre di più, sempre più in basso, schiacciato com’ero sotto il peso dell’ansia.

Ritrovai un briciolo di serenità alla superiori. Il connubio canne e fighe si rivelò congeniale e mentre imparavo l’arte del copiare, il mio bullismo si scagliava su un povero gay in prima fila. Era il periodo dell’adolescenza. Motorini, discoteche e pasticche m’accompagnarono fino all’ultimo anno, quando la mia felicità fu nuovamente scossa.

Era il momento di decidere cosa fare da grande e questo mi rendeva ansioso. Il mio sogno era di fare, nell’ordine: il dj, la rockstar, il porno attore, la velina, il sommelier e Indiana Jones, ma non trovai una sola università che insegnasse queste cose. Così, come tutti, misi da parte il sogno di una vita spericolata e m’iscrissi a una facoltà a random. Si rivelò una delle più grandi delusioni della mia vita. Tra professori cagacazzo e figli di papà m’accorsi che l’università non faceva al caso mio. Le materie erano tutt’altro che interessanti ed era fastidioso dover passare l’intera giornata a cercare un buco di merda dove studiare. Ma alla fine, per chissà quale mistero, mi laureai.

Sebbene all’inizio mi sentii sollevato dal non dover più mettere mano ad un libro, m’accorsi, col tempo, che la scuola mi mancava. Mi mancava…per il semplice fatto che il lavoro è peggio. Sono qui, infatti, nel mio ufficetto del cazzo, soffocato dall’aria di chiuso e reso isterico dal telefono che suona. Se mi guardo intorno non vedo niente. Se mi guardo indietro vedo molta acqua passata sotto i ponti. E’ triste pensare che se una volta potevo sperare in un futuro brillante oggi posso solo domandarmi come diavolo ho fatto a ridurmi cosi.

La scuola, purtroppo, non insegna nulla…se non che prima o poi la rimpiangerai.

Marvin


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