Oggi è il compleanno di Freddy. Sua moglie non c'è, è partita per le vacanze. “Ho bisogno di andare in montagna – gli ha detto – credo sia il periodo ideale: l'aria pulita, il panorama, la neve.” “Se siamo a luglio!” “Appunto – ha detto lei – tanto non so sciare.” Adesso Freddy è qui seduto sulla mia terrazza. Indossa una camicia Acapulco azzurra con palme marroni disegnate uguale a quella di Brian Wilson nella copertina di un vecchio disco dei Beach Boys. Non sembra turbato dall'avanzare inesorabile del tempo, dal ticchettio del suo orologio biologico, si è comprato un paio di occhiali a goccia con le lenti grigie che lo fanno assomigliare ai detective dei telefilm anni ottanta. Dunque Freddy sta seduto su un lato della mia terrazza con la camicia Acapulco ed una lattina di birra in mano. Fa un lungo sorso, spara un rutto che si sente il mare, guarda nella lattina per essere sicuro che non ce ne sia più ed infine la impila sopra dozzine di altri cadaveri vuoti. Quando Wally ci raggiunge la torre di latta è così alta che la prossima aggiunta saranno le luci di segnalazione aerea. Wally è invecchiato dall'ultima volta che l'ho visto. Ha i capelli tagliati di fresco, un paio di pantaloncini da tennis troppo stretti per la sua mole e la sua solita faccia da poker. Il gioco d'azzardo resta uno dei suoi grandi amori, subito dopo le prostitute, da cui immancabilmente si prende ogni tipo di malattia venerea; gonorrea, sifilide, fistole anali, che lui immancabilmente cura col suo metodo “fai da te” usando i prodotti che trova in casa. Infatti ora tiene tra le mani una confezione di piselli surgelati e se l'appoggia sul pube. “Ho letto che l'azoto dei baccelli serve a combattere le spirochete dell'infezione. Se non funziona provo con i soffumigi ai broccoli”. Come contraddirlo. Nel frattempo sentiamo il sibilo dell'ennesima lattina che si apre. “Non dovresti bere tanto Freddy” – gli diciamo all'unisono. “Lo so dovrei smettere cazzo- dice lui – ma la crisi, i tagli del personale, i problemi sul lavoro, ho pur sempre un mutuo da pagare.” L'unico problema che ha sul lavoro è quanto zucchero mettere nel caffè durante la pausa. Nel salone Scott e Claire preparano le vettovaglie. Stanno insieme da una vita. Sono una di quelle coppie ormai capaci di completare l'uno le frasi dell'altro, di comunicare per cenni del capo, gesti, sguardi e fuggevoli espressioni del viso. Roba da far venire la nausea. Claire un giorno ha chiesto a Scott di sposarla. Lui colto di sorpresa ha adottato la strategia dell'opossum, che resta immobile in silenzio nei momenti in cui deve proteggersi dai pericoli esterni. Claire ha così desistito, la mossa kansas city ha funzionato. Orgoglioso del successo ottenuto, Scott ha iniziato ad adottarla anche sul lavoro. Il problema è che fa l'avvocato e quando la utilizzò in aula durante un contraddittorio non raggiunse lo stesso risultato. E' finito pure sui giornali, in paese adesso lo prendono per il culo anche i postini. Ci raggiungono di fuori ed appoggiano sul tavolo degli stuzzichini al tonno. Freddy ha divelto un oleandro per svuotare il vaso e riempirlo con della Guinness. “Non dovresti bere tanto Freddy” – gli dice Claire. “Lo so, ma la malattia di mio figlio, le cure, l'aspettativa di vita che si riduce drasticamente.” Suo figlio gode di ottima salute, l'unica patologia da cui è affetto è la predisposizione genetica di rompere i coglioni. Avrà preso dalla madre. Scott osserva tutte le mie piante fiorite e ben curate. “Perché ti ostini a tenerle?” Conosce la risposta. Quindi abbasso la testa e resto in silenzio. “Curare i suoi fiori non la farà tornare, così ti fai solo del male!” Ha ragione. Ma come posso dirgli che lei mi manca così tanto che a volte mi fa quasi male, come posso dirgli che la notte allungo ancora il braccio per cercarla, come posso dirgli che nel comodino ho ancora un suo pacchetto di caramelle, scaduto, ed ho il timore che di notte prendano vita e vengano a soffocarmi nel sonno. Oh ma come posso spiegargli tutte queste cose. “Sei mai stato innamorato?” - chiedo a bruciapelo a Wally. “E' quella cosa che ti gonfia i pantaloni? So di cosa parli.” Wally è un poeta. Un poeta con la saggezza aromatizzata alla zuppa di verdure. L'arrivo inaspettato di Steve serve ad allentare la tensione. Non è solo, con lui c'è una tipa che ricorda tanto Jessica Rabbit, non per l'avvenenza ma perché sembra proprio un cartone animato. Capelli lunghi e gialli. Gialli come un limone sottoposto a radiazioni. Labbra carnose, occhi truccati di viola e sul viso tanto di quel fard da foraggiare tre intere generazioni di clown. Indossa una canottierina rossa ricamata con perline e pailettes ed un paio di short di jeans. Non è per niente timida e si presenta al gruppo come se ci conoscesse da sempre. Si chiama Samantha, faceva la shampista per cani ma adesso lavora nell'ufficio marketing di una grossa multinazionale. Capiamo come è avvenuta questa vertiginosa scalata al potere quando ci spiega che i colleghi usano i suoi capezzoli al posto dei tasti della calcolatrice. Ormai senza freni ci rivela anche che Tempesta Perfetta, il suo soprannome nell'intimità è dovuto al flusso copioso durante i periodi del ciclo. Steve è radioso mentre l'ascolta proferire una vaccata dietro l'altra. “Stasera la porto a casa, è ufficiale, la presento ai miei”- ci confida. Considerando che suo padre è reduce da un'operazione a cuore aperto per una stenosi, consigliamo a Steve di procedere con cautela, dosarla, mostrargliela un po' alla volta. Per stasera potrebbe anche bastare una tempia. Ci prepariamo per un brindisi collettivo e benaugurante. Freddy si è addormentato, seduto per terra, schiena contro il muro e bavetta colante che ha formato un piccolo lago sulle piastrelle del balcone. Se non fossimo fuori stagione potremmo sfruttarlo per costruirci il presepe attorno. Lo svegliamo. “Non dovresti bere tanto.” “Dovrei smetterla cazzo, ma l'Afghanistan è una brutta bestia da dimenticare.” Non è mai stato in Afghanistan. Lo confonde con Igea Marina dove è stato due settimane in ferie con la moglie. Mi allontano dalla festa, con mille pensieri che mi intasano il cervello. Prima di andarmene mi assicuro che qualcuno accompagni a casa Freddy. L'ultima volta che è rincasato da solo ha sbagliato numero civico ed è finito nel salotto di una coppia di anziani di Rovigo. All'inizio i due vecchietti spaventati volevano chiamare la protezione civile ma poi si erano affezionati ed avevano avviato le pratiche per l'adozione. Quando sua moglie lo ha trovato, lo ha tenuto per sei mesi agli arresti domiciliari. Cammino, solo, fino alla spiaggia e mi siedo su una panchina ad osservare. Un bambino dal niente, svuota un secchiello d'acqua in testa all'amichetta dormiente facendola sobbalzare. Incrocia il mio sguardo, strasorride alzando il pollice. La vita è uno schifo. E' tutto uno schifo. Mica male riuscire ancora a sorridere.
MoonTrein si dissocia in tutto e per tutto da questo post, ci dissociamo da Marvin e potremmo anche decidere di uscire dall' Euro e dissociarci dalla Merkel.
DIssociandoci da tutto quello che riuguarda Marvin pubblichiamo il suo nuovo pezzo dissocaindoci, in questa maniera, da noi stessi e da tutto cio' che abbiamo sostenuto fino a qui.
MoonTrein
Piccola premessa: in questo post non si parla di ragazze, bensì di fighe. Sono due robe diverse, chiaro?
Da una parte ci sono le ragazze, disprezzabili in quanto appartenenti al genere umano, e dall’altra le fighe, apprezzabili invece, che potremmo definire come il lato erotico-porcel-sessuale delle femmine in questione. Bene, secondo la mia autorevole esperienza, che per inciso si tratta di trent’anni di onorata carriera in puttane di basso borgo, le fighe vanno classificate in siffatte categorie:
Quelle che non te la danno, ma vorrebbero
Quello che non te la danno, e non vorrebbero
Quello che non te la danno, e che comunque non vorresti
1) Quello che non te la danno, ma vorrebbero. In questa categoria ricadono le amiche di una vita, quelle che alle elementari erano dei barili di merda con il grasso fino al mento, ma che a furia di palestra e cocaina sono divenute via via sempre più fighe con un culetto bello sodo e due tettine da paura. Per quale di motivo non te la danno? Per il semplice fatto che sei loro amico. Magari ti trovano estremamente sexy e virile e te lo vorrebbero succhiare da mattina a sera … ma loro no! Non possono. E anche se potessero, non vogliono. E anche se volessero, non possono. E’ una legge universale! Si chiama: la regola del porco dio.
2) Quello che non te la danno, e non vorrebbero. A primo acchito potrebbe sembrare la categoria più sensata. Insomma, non gli piaci e non te lo danno. Tutti qui, liscio come l’olio. Il problema è quando vedi il loro ragazzo: cioè quell’ammasso di merda melmoso e sudato che a prima vista hai scambiato per Slimer dei Ghostbusters. E pensi: ma per quale cazzo di motivo una bella fighe come lei deve mettersi con quello che sembra uno scopino per il cesso? Perché la vita deve sempre rivelarsi una demenziale parodia di una presa per il culo? Perché devo sempre essere io a finire per invocare un glorioso porco dio?
3) Quello che non te la danno, e che comunque non vorresti. Questa è sicuramente la categoria migliore, se non per il fatto che vi possiamo trovare una convergenza di intenti: tu mi fa schifo e non te la do, e tu sei un cesso di merda, tienitela pure! E anche qui, liscio come l’olio…o almeno in apparenza. Perché alla fine si finisce per scopare proprio con quelle fighe che non vorrebbero dartela e che comunque non vorresti Questo scherzo del destino è provocato dall’alcool. L’alcool, appunto, che fu inventato da Dio con la scientifica intenzione di causare gravidanze indesiderate. Ed è per questo motivo, se non per altro, che in queste situazioni è cosa buona e giusta invocare un meritatissimo, sentissimo e poderosissimo porco dio.
Bene, e si fa per dire, potremmo dire che l’elenco è finito qui. Ma vorrei lasciarvi con una chicca: vi giuro, e vi prego di credermi, che ho sentito dire che in alcune lande desolate del medio oriente esiste un altro tipo di figa, da noi non presente, che si potrebbe catalogare come: quelle che te la danno. Ma questa è sicuramente una leggende, un mito, un’invenzione di una mente malata e contorta…per cui vi saluto, cari amici, augurandovi un cordiale e felice porco dio.
Salve a tutti, dopo il recente esordio di "Archibald" sulle pagine di MoonTrein, siamo lieti di presentarvi un altro nuovo collaboratore: Jaman Truck.
Chi segue MoonTrein da tempo avrà subito capito, dalla prima parte del suo nick "Jaman" che non si tratta di un vero e proprio nuovo ingresso. La seconda parte del suo nick "Truck" ci dice che un trucker, o un "camionaro", come ama definirsi lui. Quindi non si tratta di un vero e proprio nuovo ingresso, ma la sua collaborazione con la rubrica "camionaro1911" parte ora e quindi, come collaboratore ufficiale di Moontrein, è al suo esordio.
In quanto camionaro, Jaman Truck fotograferà per noi i luoghi d'Italia, forse d'Europa, magari del mondo e, un giorno, sicuramente, anche i luoghi dello spazio (del resto Moontrein è il treno in viaggio verso la Luna).
Il primo servizio di Jaman Truck, per la rubrica "camionaro1911" riguara Moglia, un paese in provincia di Mantova. Anche lì, il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna ha fatto danni.
Jaman ha immortalato alcune immagini, cercando di non fotografare luoghi con persone nè di esagerare nel numero di scatti per non passare da "turista del dolore" e per rispetto dei residenti. Thanks to Jaman Truck.
Odio il calcio per svariati motivi. In primis i calciatori. Una volta erano atleti con due palle così che piuttosto di simulare un fallo te lo mettevano nel culo, il fallo. Oggi invece, li avete visti? Fighette del cazzo dopate e lampadate buone solo a frignare perché gli si è rotta l’unghia del piede. Ueeeeeh mi si è rotta l’unghia del piede….ueeeeeh voglio la mamma! Fanculo, rivoglio i miei atleti cazzuti. E poi i giornalisti, che idioti! Sono vent’anni che fanno le stesse domande e sono vent’anni che ricevono le stesse identiche risposte: eeeeeeh l’importante è il risultato…eeeeehh ce l’abbiamo messa tutta…eeeeeh il mister ha ragione…eeeeeh v-a-i-a-f-a-r-e-i-n-c-u-l-o cazzo! Hai li un microfono e 40 milioni di persone dì qualcosa di intelligente, no? Totti dì qualcosa di intelligente, Gattuso dì qualcosa di intelligente: eeeeeh laif is nao. Mah! E ancora, i presidenti. Il calcio è praticamente in mano a 4 petrolieri, 6 banchieri e 9 mafiosi. Che bell’affare! E infatti si vedono i miliardi di euro che riempiano le tasche di quei truzzi di merda.Vi ricordano qualcosa i nomi di Giraudo, Bettega e Moggi? Pensavate che era tutto finito? Poveri illusi! C’è voluto quel frocio di Signori per ricordarvelo...
Ma la cosa che mi fa più incazzare sono i tifosi. Una massa di cerebrolesi che spendono e spandono per alimentare il marciume del calcio. Contenti loro, contenti tutti. Ma gliene venisse in tasca qualcosa, dico io! E invece guardateli mentre si strappano i capelli per un rigore sbagliato. Ma dai, Ma per cosa?!
E poi, chiudetele quelle curve del cazzo…ermeticamente, intendo. Con gl’ultras dentro. Che si scannino tra di loro e che la piantino di sfracassare i coglioni quegl’inutili e insignificanti avanzi di galera.
Volete un sport? Il curling, quello si ch’è uno sport.